L’abbigliamento e la cura della persona
L’abbigliamento e la cura della persona
Un discreto gruppo di reperti provenienti nella maggior parte dei casi da corredi funerari, testimonia concretamente la sfera dell’abbigliamento personale, sia femminile che maschile.
Sono numerosi gli oggetti personali di forma complessa e/o particolare legata alla moda, che si connotano anche per un esplicito intento ornamentale, a volte associati a rinvenimenti caratterizzati da pronunciata elementarità formale, connessa esclusivamente alla funzionalità da assolvere. Appartengono a questo gruppo le fibbie con ardiglione mobile, con una vasta gamma funzionale riconducibile al loro impiego: dall’abbigliamento civile ad elementi di sospensione per ganci, dall’impiego come parti dell’armamento militare ai finimenti da cavallo.
Altra classe di reperti significativi è costituita dagli anelli, il cui uso era diffuso parimenti negli uomini e nelle donne; gli esemplari potevano avere forma semplice (“a fascia sottile” con castone appena sagomato) o complessa (“a fascia ampia” con grande castone costituito dall’ingrossamento della verga e finemente inciso, con monogrammi o pittogrammi).
Tra gli esemplari esposti spicca un anello raffigurante la “dextrarum iunctio”, la stretta di mano cerimoniale che due sposi facevano al momento del matrimonio. La rappresentazione dei coniugi nell'atto di stringersi la mano destra (dextrarum iunctio inter coniuges) è un tema ricorrente dell'iconografia romana pagana e cristiana, a partire dalla fine dell'età repubblicana sino all'inizio del VII secolo, per poi giungere fino al XV-XVI secolo, arco cronologico al quale appartiene l’esemplare esposto.
Completano la casistica di reperti ascrivibili all’abbigliamento della persona rosari in osso finemente lavorati, corredati da vaghi in pasta vitrea, osso e ambra, oltre a spilloni da capelli in bronzo e orecchini a perla o finemente cesellati e traforati in argento, che testimoniano l’alto grado raggiunto dall’oreficeria abruzzese nel corso del XIV secolo.